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"Non
abbiate paura"
(considerazioni del
docente Dentoni sulla "Giornata Mondiale della Gioventù",
con contorno di altri
commenti e testimonianze )
commento di Stefania R. (ex-alunna) (20.08.2000)
commento del docente Dentoni "Non abbiate paura" (22.08.2000)
testimonianza di Marica N. (ex-alunna) (05.09.2000)
commento di Alice S. (ex-alunna): GMG e "fanatismi" (06.05.2001)
Qui M. Massimiliano a Francesco Dentoni, passo...
Salve ... le scrivo per spedirle un documento che la signorina R. Stefania ha scritto in occasione del giubileo dei giovani a Tor Vergata, le assicuro che è un documento che merita attenzione.
Vorrei dire a tal proposito
che non sono personalmente in accordo con tutte le paure che manifesta
Stefania, ma una cosa di certo mi spaventa, ossia i tratti sempre più
marcati di fanatismo e platealità che la chiesa ed il papa incoraggiano
nelle loro manifestanzioni. Mi spaventa oltremodo l'enorme attenzione e
il grande dispendio di energie, denaro e tempo degli organizzatori e del
comune (soprattutto di Rutelli), e rifletto sul fatto che lo stesso Rutelli
non si è assolutamente dimostrato così disponibile in occasione
della manifestazione dei Gay. Quindi in definitiva penso che ha fatto bene
il giornale "Liberazione" a titolare "Papa Pride".
In
allegato, Massimiliano mi ha inviato questo testo di Stefania R.,
ella pure ex-studente dello stesso anno, e collaboratrice al progetto "IRC
parliamone: non nuoce alla salute". Dal contesto, mi sembra di capire che
si tratti di una lettera che lei ha inviato al quotidiano "Liberazione"
(e che, forse, vi è stata pubblicata con il titolo "Papa Pride").
Agosto 2000
TOR VERGATA: CONSAPEVOLEZZA O FANATISMO?
Guardando le immagini
di più di 2 milioni di giovani riuniti insieme non posso non avere
paura. Questa sensazione proviene dal fatto che sono lontana dalle motivazioni
che li hanno spinti lì, non li sento ragazzi come me ma diversi,
o sono io la diversa?
In tutta questa settimana
li ho visti in giro per Roma, hanno invaso il mio quartiere i parchi della
città, tutto però con grande compostezza discrezione: niente
schiamazzi notturni, disordini o altro, quando perfino nelle gite scolastiche
possono capitare! E allora da un lato mi sento loro vicina per il senso
di civiltà ed il rispetto verso la città, ma dall’altro mi
chiedo se in questo sono guidati dalla loro razionalità o più
da una sorta di “religiosa sottomissione” all’ordine ed alla disciplina!
Ho paura, anche perché
vorrei nella mia vita far parte di un gruppo così numeroso con il
quale condividere ideali e speranze, ma fra tutte le manifestazioni del
mondo, non so se ce ne sia una nella quale non avrei riserve riguardo al
modo in cui viene gestita o strumentalizzata. E mi chiedo se questi giovani
abbiano delle riserve sugli atteggiamenti della chiesa e in primis del
papa nei loro confronti: ci sono tra loro giovani non illibati o omosessuali
o altro? Perché sono così tranquilli e pacifici? Forse perché
non stanno combattendo contro qualcosa o meglio in certi momenti sembra
che lo facciano, contro tutte le ingiustizie del mondo eccetto ovviamente
che contro quelle non riconosciute dalla chiesa.
Allora io ho paura
perché mi chiedo se un uomo che debba assumere personale, preferirebbe
un militante di Greenpeace (con magari qualche denuncia di disturbo della
quiete pubblica) o uno di questi giovani che alla fine dei conti dà
garanzia di rispetto, umiltà e pazienza!
In questi giorni mi
é capitato di deridere questi ragazzi che vanno in giro con i loro
pass al collo, i loro canti, camminando per ore sotto il sole invece di
aspettare l’autobus e vanno a dormire in tende o nelle scuole rigorosamente
separati e vigilati maschi e femmine! Però non posso fare a meno
di chiedermi perché lo facciano: cosa li spinge a mettere il loro
corpo a così dura prova? Stanno conciliando fede e ragione oppure
sono vittime di un fanatismo di portata mondiale? Non sono anche essi strumentalizzati
come qualsiasi altro manifestante sprovveduto?
Ho paura: se con questo
atteggiamento conquisteranno il mondo, cosa ne sarà di me? Mi “tollereranno”?
Stefania Ruggieri
Cara Stefania,
permettetemi di prender spunto dal tuo intervento
per esporre in ordine sparso alcune riflessioni.
[Innocui]
Non credo che per
ora ci siano motivi di avere paura. I giovani che abbiamo visto a Roma
in questa metà di agosto mi sembrano innocui.
Certo bisogna stare
attenti,
[Anzi, mansueti]
Anzi, caso mai si
debba fare una critica, la più immediata dal punto di vista del
sociale, del costume e della politica, è che questi giovani sono
troppo
innocui.
Basta guardare la benevolenza (in alcuni
casi veramente leccosa e sdolcinata: cose che faranno schifo ai giovani
stessi, spero) con la quale sono stati visti, ritratti, e idealizzati.
Giovani che credono nei valori, nei sentimenti,
nella famiglia , nella solidarietà, nella "vita", nella pace...
[traduzione: questi giovani non si drogano, non mettono incinte le nostre
figlie, non fanno né scippi né rapine, sono contro
l'aborto, non diventano terroristi e non frequentano i centri sociali];
se hanno qualcosa da dire non protestano ma sono comprensivi e costruttivi;
non chiedono e non pretendono; non si interessano dei grandi problemi del
mondo, e li lasciano ai poteri occulti. Se il mondo va male, puntano sul
creare nuove relazioni umane, cercano il rimedio in un "supplemento di
spirito", limitano i l proprio orizzonte al contributo personale e vissuto....
Insomma, la politica la lasciano agli adulti.
Mi sembra evidente che sono tanto apprezzati
proprio perché non rompono le scatole; finalmente hanno rinunciato
a quello che sembrava il ruolo dei giovani: mettere in questione la società
esistente, le sue false sicurezze, la sua diseguaglianza strisciante, la
sua mancanza di apertura al futuro. E siccome mi pare che uno dei punti
forti del migliore cristianesimo stia proprio nel mettere in questione la
società esistente, le sue false sicurezze, la sua diseguaglianza
strisciante, la sua mancanza di apertura al futuro, mi sembra chiaro che
questi giovani vengono tanto lodati proprio perché non sono più
veri giovani, e non sono nemmeno cristiani pericolosi ed alternativi.
Un po' sconsolante. Ma sono anni che questo
trend avanza nella società; era forse il 1996 quando in un documento
al collegio dei docenti mi sono dichiarato contro il progetto strisciante
di dar vita ad una nuova specie umana: lo "iuvenis mansuetus".
[Generici e superficiali,
temo]
Il pacifismo, il cosmopolitismo
e il (moderato) ecologismo di cui i due milioni di giovani venuti a Roma
si sono dichiarati portatori, non credo che abbia una anima profonda: sa
di quelle verniciature generiche che una volta, per la verità, si
ammannivano ai bambini (non ai giovani). Ad esempio, per una settimana
hanno inneggiato alla pace. Ma di quei due milioni, ben più della
metà erano italiani: che cosa pensavano della guerra che non più
di un anno fa l'Italia ha combattuto in Kosovo? Non ne ho sentito una
sola parola. Un pacifista che non si pronuncia su questioni del genere,
è sulle nuvole.
Il pacifismo autentico
non si alimenta di slanci generici (che una volta si leggevano nelle letterine
dei bambini a Babbo Natale, e oggi ahimè si ascoltano nelle allocuzioni
del papa, nelle parole dei giovani, e nei pietosi sermoncini dei telecronisti):
deve avere un qualche retroterra culturale [e non ve ne è uno solo:
di pacifismi ve ne sono vari tipi]; ad esempio c'è un pacifismo
antimilitarista (che però ha matrice ben poco cattolica, a parte
don Milani), ecc. ecc. ecc.
Voi avete capito quale
è il presunto pacifismo di quei due milioni di giovani? Giacché
mi sembra demenziale rifarsi presuntuosamente al "pacifismo cattolico":
quale? quello di "beati i pacifici" o quello di "non sono venuto a portare
la pace ma la spada"?
[Forse troppo ingenui]
E poi, mi sono sembrati troppo ingenui:
[Fanatici? Non mi
sembra]
Per come li ho visti,
i "due milioni" di giovani non mi sono dispiaciuti nell'aspetto. Giovani,
vivaci, vitali.
Non fanatici coi paraocchi,
ma assolutamente normali.
Troppo disciplinati?
Forse un poco ricattabili da chi li ospitava, ma credo (e spero) che i
loro comportamenti siano stati spontanei e naturali. Forse un po' caciaroni,
ma non più di tanto.
Per sapere se il loro
comportamento sia stato così esemplare, aspettiamo di rientrare
nelle scuole, e sentire un po' più da vicino racconti meno mielosi.
Ma credo che si possa darlo per vero.
E' un fenomeno difficile
da spiegare? Non credo; sotto gli occhi di tutto il mondo, i giovani fanno
tutto e il contrario di tutto: la notizia crea il fatto, molto più
di quanto il fatto crei la notizia. E se la notizia è che una moltitudine
colorata, allegra ed educata ha invaso Roma, il fatto [reale, non immaginario]
è che una moltitudine colorata allegra ed educata ha invaso Roma.
Anche una scolaresca,
che di solito è sguaiata e parolaia, in certe occasioni esterne,
soprattutto se solenni e impegnative, diventa esemplare. Non parliamo poi
quando devono fare una rappresentazione teatrale: li vedi trasformati e
"protagonisti" ("irriconoscibili", dicono alcuni docenti). Ebbene, cosa
è stata, la settimana dei giovani a Roma, se non una immensa rappresentazione
teatrale?
[Gregge passivo]
Piuttosto, li ho visti,
nella sostanza, inquadrati, intruppati, passivi.
Mi ha colpito molto
la radicale mancanza di democrazia in tutta questa enorme manifestazione.
Sono stati convocati
dagli adulti, su temi scelti dagli adulti, con programmi decisi dagli adulti,
con discorsi e messaggi fatti dagli adulti.
C'è una organizzazione
di giovani dietro questi raduni? Ci sono dei portavoce che rappresentano
la base? Esiste una elaborazione dal basso, o il tutto è un colossale
processo unidirezionale (dall'alto verso il basso)? Hanno avuto da dire
qualcosa, od hanno solamente ascoltato, assentito, applaudito?
Sui vari palchi non
ho visto dei giovani protagonisti: solo ministri e cardinali; con intorno
i giovani a fare la claque...
Non chiameremo protagonisti
le marionette scelte a fare i "presentatori" (e secondo voi, ogni virgola
di quello che hanno detto, non è passata al vaglio di qualche monsignore?).
Non chiameremo partecipazione la "testimonianze" costituite dalle singole
interviste, manipolabili proprio perché rigorosamente singole.
Non ho trovato un
solo giovane che abbia parlato come portavoce di un gruppo auto-organizzato.
Ognuno è venuto a titolo strettamente privato, in un unanimismo
falso e sconfortante.
Queste sono cose grosse!
Quelli lì, che hanno organizzato questa colossale messa in scena,
sono gente che crede nei giovani? che ha fiducia nei giovani? No, mi sembra
proprio di no. Altrimenti non li avrebbe considerati muti e incapaci di
pensare, progettare, decidere.
Per fare dimenticare
tutto questo, non basta che con una buona dose di ipocrisia i telecronisti
si siano profusi nell'esaltare il "dialogo" fra i giovani e il papa. "Ola"
e applausi da un lato, e cenni di saluto dall'altro costituirebbero un
"dialogo"? Se fosse così, allora a me, che sono il più orso
del Malpighi, dovrebbero dare un Nobel in comunicazione.
[La penosa ubriacatura
dei numeri]
Vorrei limitare, per
brevità, le riflessione sul parlare che si è fatto sui numeri,
e sul rapporto fra "successo della manifestazione" e numero dei partecipanti,
che ho visto ai vertici delle considerazione di tanti, laici ed ecclesiastici.
In primo luogo mi
sembra molto pagana (o se volete berlusconiana, ma senz'altro non cristiana)
la
ideologia del "successo" (c'è tutta una teologia cristiana del
"piccolo gregge", degli "ultimi che saranno i primi", che fa a pugni con
la ubriacatura di trionfalismo a cui abbiamo assistito).
E poi, siamo generosi:
diciamo che c'erano tre milioni di persone (tanto, lo sappiamo, i numeri
nelle manifestazioni sono come i misteri: diventano veri perché
nessuno può dimostrare il contrario). Ma qualche anno fa
Berlusconi in poche settimane dice di avere messo insieme (a Piazza San
Giovanni) un milione di persone: qualcuno di voi lo ricorda? E senza finanziamenti
statali, senza pubblicità, senza leggi speciali, senza preparazione:
così, schioccando le dita . Tre milioni da tutto il mondo, con tre
anni di preparazione e di strombazzi, con centinaia (ma secondo me migliaia)
di miliardi stanziati, con una rete capillare laica ed ecclesiastica, per
chi ama i grandi numeri non mi sembra straordinario: appena decente.
[Quali contenuti?]
Ma quello che a me,
dal mio punto di vista, maggiormente interessa, sono alcuni temi di principio.
Perciò voglio
ora in breve passare criticamente in rassegna quelli che mi sembrano essere
stati i contenuti di queste "giornata mondiale della gioventù",
al di là dei programmi ufficiali:
Il classico armamentario a negazione di quanto ho appena detto ("no: non capisci nulla! il cristianesimo è esperienza, è vita vissuta, è incontro personale, non è filosofia!") non fa altro che battere dove il dente duole. Infatti se fossero logici, i cristiani dovrebbero sostenere, in base a quel ragionamento, che solo loro vivono veramente: abbiano il coraggio di dirlo, e poi ci risentiamo. Caso mai, si potrà lamentare che spesso, storicamente, rispetto altre forme di filosofia, il cristianesimo è stato privo di uno dei caratteri essenziali della filosofia: la capacità di essere dialogicamente (cioè razionalmente) scambiata, condivisa, partecipata: è stata, ed è (nella versione oggi predominante), una filosofia autoritaria; ma sempre filosofia è
From:
n.<@tiscalinet.it>
To:
<f.dentoni@flashnet.it>
Subject:
Navigando si incontrano siti interessanti!
Date:
Tue, 5 Sep 2000 16:32:52 +0200
Salve!
Sono Marica N.
(maturità 1997) ed in una calda serata d'Agosto trascorsa a Castel
Sant'Angelo con altri ex alunni (tali Massimiliano M. e Stefania R.)
ho scoperto l'esistenza di questo sito e del dibattito innescato da Stefania
sulla Giornata Mondiale della Gioventù.
Ebbene sì,
la mia rinomata curiosità mi ha spinto a leggere il documento della
mia ex compagna di classe e se le interessa ho delle opinioni da proporle
come "testimone oculare del Papa pride di Tor Vergata"... Anche Stefania
e Massimiliano sono rimasti sorpresi nello scoprire che la loro amica vs-IRC,
non illibata e profondamente legata alle tematiche femministe alla Susan
Moller Okin si era recata in pellegrinaggio (è nota anche la mia
avversione per le camminate!) fino alla "spianata di Tor Vergata",
ed incuriositi da ciò hanno voluto conoscere le mie opinioni della
manifestazione vista dall'interno.
Beh, quello che ho
visto contrasta un pò con le immagini proposte a ripetizione dalla
televisione: i quattro chilometri che separavano la metropolitana dall'area
della manifestazione erano ricoperti da rifiuti, per lo più i resti
dei contenitori di cibo della protezione civile (forse allora noi giovani
abbiamo un pò meno rispetto della città di quanto ce ne attribuisca
Stefania), e gruppi di ragazzi di tutte le nazionalità bivaccavano
(e non proprio in religiosa sottomissione) lungo il tragitto. La spianata
era invasa da ragazzi (se possiamo chiamare ragazzi persone per lo più
intorno ai 35 anni) la cui attività preferita era evitare accuratamente
di ascoltare qualsiasi cosa provenisse dagli altoparlanti, preferendo concentrarsi
su danze, canti, lotta greco-romana oppure sulla fusione delle posate di
plastica fornite dall'organizzazione per altri scopi ( spero ).
La mia modesta opinione
è che questa marea umana sia stata attratta dalla possibilità
di "stare insieme" e la assicuro che Fregene è esattamente come
il Portogallo, ma se il Portogallo costasse come Fregene perchè
la differenza viene pagata dalla Chiesa Cattolica, chi non approfitterebbe?
E poi parliamoci chiaro, in un mondo in cui una soluzione facile per tutti
i problemi non c'è, è bello nascondersi dietro l'amore infinito
di Cristo per qualche giorno e riassaporare, anche solo per un momento,
la sensazione che ci dava da bambini lo stare in braccio alla mamma. Sono
certa che nessuno di quei ragazzi sia convinto che "la fede può
tutto" e segua pedissequamente la dottrina cattolica, perchè esattamente
come insinuava Stefania molti di loro non sono più illibati, molti
sono omosessuali o semplicemente condannano alcuni atteggiamenti della
Chiesa (vedi il maschilismo, il conservatorismo nei confronti di temi come
la sessualità o la politica demografica del contollo delle nascite),
e allora?
Allora niente: loro
sono partiti così come erano e tali sono rimasti con grande sconforto
dei media che hanno tentato in tutti i modi di dipingerli come Stefania
li ha visti: composti, discreti, civili, sottomessi e pacifici. La verità
è un'altra (se la verità esiste e ne sono poco convinta)
volevan solo stare un pò insieme a discutere di temi importanti
come l'aborto, la pace, il razzismo, esattamente come facciamo Stefania,
Massimiliano ed io quando ci incontriamo. Il problema secondo me è
un altro: possibile che per discutere ci sia bisogno della GMG? Evidentemente
non a tutti basta Castel Sant'Angelo!
Mi auguro di partecipare
ad altri dibattiti (i miei compagni già citati ed io ne abbiamo
avuto uno molto interessante sulla clonazione umana e sui prodotti transgenici
pochi giorni fa): il mio indirizzo e-mail è 0.@luiss.it e se
interessa a qualcuno dei nuovi alunni sto scrivendo una tesi di laurea
in Filosofia Politica sul Femminismo. Aspetto domande e spunti riflessivi...
A presto
Marica
segue la risposta del docente Dentoni
Cara Marica, sono contento di sentirti (mi
pare che l'ultima volta ci siamo visti ad una manifestazione a difesa della
scuola pubblica). Io confondo molto le notizie sugli "ex-" (qualcuno direbbe
che li "rimuovo"), ma dallo indirizzo e-mail mi fai "ricordare" che stai
studiando alla Luiss. Che avresti fatto una tesi sul femminismo, si poteva
presagire, anche senza essere profeti...
Grazie della tua testimonianza (che contribuisce
credibilmente a dare un sano senso di normalità a quell'evento)
e delle tue riflessioni, che non commento in dettaglio, ma che condivido
ampiamente.
Buon lavoro.
f.dentoni
A notevole distanza di tempo è giunto il commento di un'altra ex-alunna della sezione F, a commento dei testi che precedono (assieme ad una serie di notizie sulle sue interessanti esperienze)
From:
"Alice Sordini" <alice.s@flashnet.it>
To: <f.dentoni@flashnet.it>
Subject: LA GMG 2000
Date: Sun, 6 May 2001 13:46:19
Devo dire che la prima cosa che mi è venuta in mente, quando vedevo quei torpedoni recarsi a Piazza S. Pietro e Tor Vergata, è stata "ma chi glielo fa fare!con quel sole! e con quel caldo!". Sinceramente ho pensato che in quel momento non avrei voluto essere nei loro panni. Condivido in pieno quello che lei ha scritto.
Volevo anche dire, a commento della mail di Marica, che non tutti i ragazzi che erano lì a Tor Vergata bivaccavano e non tutti hanno partecipato alla GMG per "la voglia dello stare insieme", ci sono molti ragazzi che ci sono andati perché cattolici ferventi. A me questi, mio parere personalissimo e discutibile, sembrano solo degli esaltati. Mi veniva da ridere quando in televisione ho visto i giornalisti chiedere ad alcuni ragazzi se rispettavano il principio secondo cui si deve arrivare vergini al matrimonio! Hanno tutti detto che erano illibati! Ma chi ci crede,dico io! Io penso che gli illibati siano una piccola minoranza. Non voglio dilungarmi su questo tema, mi associo alle sue considerazioni.
A proposito di giovani e fede, qualche tempo fa sono indirettamente venuta a conoscere persone che sono entrate in una comunità neocatecumenale.
Loro dicono che nel primo comandamento Dio dice all'uomo di non crearsi dei falsi idoli ma a me è parso che loro abbiano un idolo:la comunità e tutto ciò che vi ruota attorno! Forse mi sbaglio ma poi cos'è sta comunità neocatecumenale? mi sembra un po' una setta! Non è nemmeno facile parlare con queste persone, perché se si dice apertamene quello che si pensa, non sarebbe molto delicato....
Segue una risposta del docente Dentoni (16.05.2001)
francesco dentoni
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