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"Non abbiate paura"
(considerazioni del docente Dentoni sulla "Giornata Mondiale della Gioventù",
con contorno di altri commenti e testimonianze )

Sommario

commento di Stefania R. (ex-alunna) (20.08.2000)

commento del docente Dentoni "Non abbiate paura" (22.08.2000)

testimonianza di Marica N. (ex-alunna) (05.09.2000)

commento di Alice S. (ex-alunna): GMG e "fanatismi" (06.05.2001)




In data 20.08.2000, proprio il giorno conclusivo della "Giornata Mondiale della Gioventù" ho ricevuto da un ex-studente del Malpighi (archivista e "backstage" del nostro progetto "IRC parliamone: non nuoce alla salute" nel 1996-97), la seguente e-mail:
 

Qui M. Massimiliano a Francesco Dentoni, passo...

Salve ... le scrivo per spedirle un documento che la signorina R. Stefania ha scritto in occasione del giubileo dei giovani a Tor Vergata, le assicuro che è un documento che merita attenzione.

Vorrei dire a tal proposito che non sono personalmente in accordo con tutte le paure che manifesta Stefania, ma una cosa di certo mi spaventa, ossia i tratti sempre più marcati di fanatismo e platealità che la chiesa ed il papa incoraggiano nelle loro manifestanzioni. Mi spaventa oltremodo l'enorme attenzione e il grande dispendio di energie, denaro e tempo degli organizzatori e del comune (soprattutto di Rutelli), e rifletto sul fatto che lo stesso Rutelli non si è assolutamente dimostrato così disponibile in occasione della manifestazione dei Gay. Quindi in definitiva penso che ha fatto bene il giornale "Liberazione" a titolare "Papa Pride".
 


In allegato, Massimiliano mi ha inviato questo testo di Stefania R., ella pure ex-studente dello stesso anno, e collaboratrice al progetto "IRC parliamone: non nuoce alla salute". Dal contesto, mi sembra di capire che si tratti di una lettera che lei ha inviato al quotidiano "Liberazione" (e che, forse,  vi è stata pubblicata con il titolo "Papa Pride").
 

Agosto 2000

TOR VERGATA: CONSAPEVOLEZZA O FANATISMO?

Guardando le immagini di più di 2 milioni di giovani riuniti insieme non posso non avere paura. Questa sensazione proviene dal fatto che sono lontana dalle motivazioni che li hanno spinti lì, non li sento ragazzi come me ma diversi, o sono io la diversa?
In tutta questa settimana li ho visti in giro per Roma, hanno invaso il mio quartiere i parchi della città, tutto però con grande compostezza discrezione: niente schiamazzi notturni, disordini o altro, quando perfino nelle gite scolastiche possono capitare! E allora da un lato mi sento loro vicina per il senso di civiltà ed il rispetto verso la città, ma dall’altro mi chiedo se in questo sono guidati dalla loro razionalità o più da una sorta di “religiosa sottomissione” all’ordine ed alla disciplina!
Ho paura, anche perché vorrei nella mia vita far parte di un gruppo così numeroso con il quale condividere ideali e speranze, ma fra tutte le manifestazioni del mondo, non so se ce ne sia una nella quale non avrei riserve riguardo al modo in cui viene gestita o strumentalizzata. E mi chiedo se questi giovani abbiano delle riserve sugli atteggiamenti della chiesa e in primis del papa nei loro confronti: ci sono tra loro giovani non illibati o omosessuali o altro? Perché sono così tranquilli e pacifici? Forse perché non stanno combattendo contro qualcosa o meglio in certi momenti sembra che lo facciano, contro tutte le ingiustizie del mondo eccetto ovviamente che contro quelle non riconosciute dalla chiesa.
Allora io ho paura perché mi chiedo se un uomo che debba assumere personale, preferirebbe un militante di Greenpeace (con magari qualche denuncia di disturbo della quiete pubblica) o uno di questi giovani che alla fine dei conti dà garanzia di rispetto, umiltà e pazienza!
In questi giorni mi é capitato di deridere questi ragazzi che vanno in giro con i loro pass al collo, i loro canti, camminando per ore sotto il sole invece di aspettare l’autobus e vanno a dormire in tende o nelle scuole rigorosamente separati e vigilati maschi e femmine! Però non posso fare a meno di chiedermi perché lo facciano: cosa li spinge a mettere il loro corpo a così dura prova? Stanno conciliando fede e ragione oppure sono vittime di un fanatismo di portata mondiale? Non sono anche essi strumentalizzati come qualsiasi altro manifestante sprovveduto?
Ho paura: se con questo atteggiamento conquisteranno il mondo, cosa ne sarà di me? Mi “tollereranno”?

Stefania Ruggieri


Non voglio sottrarmi a questo invito alla riflessione, e ci proverò, prefiggendomi di non spendere più di una mattinata per pensare e scrivere:
 

 
"Non abbiate paura"

Cara Stefania,
permettetemi di prender spunto dal tuo intervento per esporre in ordine sparso alcune riflessioni.

[Innocui]
Non credo che per ora ci siano motivi di avere paura. I giovani che abbiamo visto a Roma in questa metà di agosto mi sembrano innocui.
Certo bisogna stare attenti,

Ma fondamentalmente giovani di questa pasta sono innocui.
 

[Anzi, mansueti]
Anzi, caso mai si debba fare una critica, la più immediata dal punto di vista del sociale, del costume e della politica, è che questi giovani sono troppo innocui.
Basta guardare la benevolenza (in alcuni casi  veramente leccosa e sdolcinata: cose che faranno schifo ai giovani stessi, spero) con la quale sono stati visti, ritratti, e idealizzati.

Giovani che credono nei valori, nei sentimenti, nella famiglia , nella solidarietà, nella "vita", nella pace... [traduzione: questi giovani non si drogano, non mettono incinte le nostre figlie, non fanno né scippi  né rapine, sono contro l'aborto, non diventano terroristi e non frequentano i centri sociali]; se hanno qualcosa da dire non protestano ma sono comprensivi e costruttivi; non chiedono e non pretendono; non si interessano dei grandi problemi del mondo, e li lasciano ai poteri occulti. Se il mondo va male, puntano sul creare nuove relazioni umane, cercano il rimedio in un "supplemento di spirito", limitano i l proprio orizzonte al contributo personale e vissuto.... Insomma, la politica la lasciano agli adulti.
Mi sembra evidente che sono tanto apprezzati proprio perché non rompono le scatole; finalmente hanno rinunciato a quello che sembrava il ruolo dei giovani: mettere in questione la società esistente, le sue false sicurezze, la sua diseguaglianza strisciante, la sua mancanza di apertura al futuro. E siccome mi pare che uno dei punti forti del migliore cristianesimo stia proprio nel mettere in questione la società esistente, le sue false sicurezze, la sua diseguaglianza strisciante, la sua mancanza di apertura al futuro, mi sembra chiaro che questi giovani vengono tanto lodati proprio perché non sono più veri giovani, e non sono nemmeno cristiani pericolosi ed alternativi.
Un po' sconsolante. Ma sono anni che questo trend avanza nella società; era forse il 1996 quando in un documento al collegio dei docenti mi sono dichiarato contro il progetto strisciante di dar vita ad una nuova specie umana: lo "iuvenis mansuetus".
 

[Generici e superficiali, temo]
Il pacifismo, il cosmopolitismo e il (moderato) ecologismo di cui i due milioni di giovani venuti a Roma si sono dichiarati portatori, non credo che abbia una anima profonda: sa di quelle verniciature generiche che una volta, per la verità, si ammannivano ai bambini (non ai giovani). Ad esempio, per una settimana hanno inneggiato alla pace. Ma di quei due milioni, ben più della metà erano italiani: che cosa pensavano della guerra che non più di un anno fa l'Italia ha combattuto in Kosovo? Non ne ho sentito una sola parola. Un pacifista che non si pronuncia su questioni del genere, è sulle nuvole.
Il pacifismo autentico non si alimenta di slanci generici (che una volta si leggevano nelle letterine dei bambini a Babbo Natale, e oggi ahimè si ascoltano nelle allocuzioni del papa, nelle parole dei giovani, e nei pietosi sermoncini dei telecronisti): deve avere un qualche retroterra culturale [e non ve ne è uno solo: di pacifismi ve ne sono vari tipi]; ad esempio c'è un pacifismo antimilitarista (che però ha matrice ben poco cattolica, a parte don Milani), ecc. ecc. ecc.
Voi avete capito quale è il presunto pacifismo di quei due milioni di giovani? Giacché mi sembra demenziale rifarsi presuntuosamente al "pacifismo cattolico": quale? quello di "beati i pacifici" o quello di "non sono venuto a portare la pace ma la spada"?

 

[Forse troppo ingenui]
E poi, mi sono sembrati troppo ingenui:

Alla fine del secondo millennio forse potremmo chiedere ai giovani un maggiore senso critico, e una maggiore consapevolezza?
 

[Fanatici? Non mi sembra]
Per come li ho visti, i "due milioni" di giovani non mi sono dispiaciuti nell'aspetto. Giovani, vivaci, vitali.
Non fanatici coi paraocchi, ma assolutamente normali.
Troppo disciplinati? Forse un poco ricattabili da chi li ospitava, ma credo (e spero) che i loro comportamenti siano stati spontanei e naturali. Forse un po' caciaroni, ma non più di tanto.
Per sapere se il loro comportamento sia stato così esemplare, aspettiamo di rientrare nelle scuole, e sentire un po' più da vicino racconti meno mielosi. Ma credo che si possa darlo per vero.
E' un fenomeno difficile da spiegare? Non credo; sotto gli occhi di tutto il mondo, i giovani fanno tutto e il contrario di tutto: la notizia crea il fatto, molto più di quanto il fatto crei la notizia. E se la notizia è che una moltitudine colorata, allegra ed educata ha invaso Roma, il fatto [reale, non immaginario] è che una moltitudine colorata allegra ed educata ha invaso Roma.
Anche una scolaresca, che di solito è sguaiata e parolaia, in certe occasioni esterne, soprattutto se solenni e impegnative, diventa esemplare. Non parliamo poi quando devono fare una rappresentazione teatrale: li vedi trasformati e "protagonisti" ("irriconoscibili", dicono alcuni docenti). Ebbene, cosa è stata, la settimana dei giovani a Roma, se non una immensa rappresentazione teatrale?
 

[Gregge passivo]
Piuttosto, li ho visti, nella sostanza, inquadrati, intruppati, passivi.
Mi ha colpito molto la radicale mancanza di democrazia in tutta questa enorme manifestazione.
Sono stati convocati dagli adulti, su temi scelti dagli adulti, con programmi decisi dagli adulti, con discorsi e messaggi fatti dagli adulti.
C'è una organizzazione di giovani dietro questi raduni? Ci sono dei portavoce che rappresentano la base? Esiste una elaborazione dal basso, o il tutto è un colossale processo unidirezionale (dall'alto verso il basso)? Hanno avuto da dire qualcosa, od hanno solamente ascoltato, assentito, applaudito?
Sui vari palchi non ho visto dei giovani protagonisti: solo ministri e cardinali; con intorno i giovani a fare la claque...
Non chiameremo protagonisti le marionette scelte a fare i "presentatori" (e secondo voi, ogni virgola di quello che hanno detto, non è passata al vaglio di qualche monsignore?). Non chiameremo partecipazione la "testimonianze" costituite dalle singole interviste, manipolabili proprio perché rigorosamente singole.
Non ho trovato un solo giovane che abbia parlato come portavoce di un gruppo auto-organizzato.  Ognuno è venuto a titolo strettamente privato, in un unanimismo falso e sconfortante.
Queste sono cose grosse! Quelli lì, che hanno organizzato questa colossale messa in scena, sono gente che crede nei giovani? che ha fiducia nei giovani? No, mi sembra proprio di no. Altrimenti non li avrebbe considerati muti e incapaci di pensare, progettare, decidere.
Per fare dimenticare tutto questo, non basta che con una buona dose di ipocrisia i telecronisti si siano profusi nell'esaltare il "dialogo" fra i giovani e il papa. "Ola" e applausi da un lato, e cenni di saluto dall'altro costituirebbero un "dialogo"? Se fosse così, allora a me, che sono il più orso del Malpighi, dovrebbero dare un Nobel in comunicazione.
 

[La penosa ubriacatura dei numeri]
Vorrei limitare, per brevità, le riflessione sul parlare che si è fatto sui numeri, e sul rapporto fra "successo della manifestazione" e numero dei partecipanti, che ho visto ai vertici delle considerazione di tanti, laici ed ecclesiastici.
In primo luogo mi sembra molto pagana (o se volete berlusconiana, ma senz'altro non cristiana) la ideologia del "successo" (c'è tutta una teologia cristiana del "piccolo gregge", degli "ultimi che saranno i primi", che fa a pugni con la ubriacatura di trionfalismo a cui abbiamo assistito).
E poi, siamo generosi: diciamo che c'erano tre milioni di persone (tanto, lo sappiamo, i numeri nelle manifestazioni sono come i misteri: diventano veri perché nessuno può dimostrare il contrario). Ma qualche anno fa Berlusconi in poche settimane dice di avere messo insieme (a Piazza San Giovanni) un milione di persone: qualcuno di voi lo ricorda? E senza finanziamenti statali, senza pubblicità, senza leggi speciali, senza preparazione: così, schioccando le dita . Tre milioni da tutto il mondo, con tre anni di preparazione e di strombazzi, con centinaia (ma secondo me migliaia) di miliardi stanziati, con una rete capillare laica ed ecclesiastica, per chi ama i grandi numeri non mi sembra straordinario: appena decente.
 

[Quali contenuti?]
Ma quello che a me, dal mio punto di vista, maggiormente interessa, sono alcuni temi di principio.
Perciò voglio ora in breve passare criticamente in rassegna quelli che mi sembrano essere stati i contenuti di queste "giornata mondiale della gioventù", al di là dei programmi ufficiali:

[Vedo grigio. Ma non sarà facile estirpare la libertà e la ragione]
Per il futuro io non sono molto ottimista. C'è oggi, fra gli adulti non meno che fra i giovani, poca razionalità e molta voglia di lasciare perdere i problemi, essere superficiali, prendere il mondo e la vita come vengono (cioè come altri hanno deciso che sia).
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A seguire, è giunto il commento di un'altra ex-alunna della sezione F, che riferisce delle sue impressioni di prima mano sul "papa pride" di Tor Vergata:

From:  n.<@tiscalinet.it>
To: <f.dentoni@flashnet.it>
Subject: Navigando si incontrano siti interessanti!
Date: Tue, 5 Sep 2000 16:32:52 +0200
 

Salve!
Sono Marica N. (maturità 1997) ed in una calda serata d'Agosto trascorsa a Castel Sant'Angelo con altri ex alunni (tali Massimiliano M. e Stefania R.) ho scoperto l'esistenza di questo sito e del dibattito innescato da Stefania sulla Giornata Mondiale della Gioventù.
Ebbene sì, la mia rinomata curiosità mi ha spinto a leggere il documento della mia ex compagna di classe e se le interessa ho delle opinioni da proporle come "testimone oculare del Papa pride di Tor Vergata"... Anche Stefania e Massimiliano sono rimasti sorpresi nello scoprire che la loro amica vs-IRC, non illibata e profondamente legata alle tematiche femministe alla Susan Moller Okin si era recata in pellegrinaggio (è nota anche la mia avversione per le camminate!)  fino alla "spianata di Tor Vergata", ed incuriositi da ciò hanno voluto conoscere le mie opinioni della manifestazione vista dall'interno.
Beh, quello che ho visto contrasta un pò con le immagini proposte a ripetizione dalla televisione: i quattro chilometri che separavano la metropolitana dall'area della manifestazione erano ricoperti da rifiuti, per lo più i resti dei contenitori di cibo della protezione civile (forse allora noi giovani abbiamo un pò meno rispetto della città di quanto ce ne attribuisca Stefania), e gruppi di ragazzi di tutte le nazionalità bivaccavano (e non proprio in religiosa sottomissione) lungo il tragitto. La spianata era invasa da ragazzi (se possiamo chiamare ragazzi persone per lo più intorno ai 35 anni) la cui attività preferita era evitare accuratamente di ascoltare qualsiasi cosa provenisse dagli altoparlanti, preferendo concentrarsi su danze, canti, lotta greco-romana oppure sulla fusione delle posate di plastica fornite dall'organizzazione per altri scopi ( spero ).
La mia modesta opinione è che questa marea umana sia stata attratta dalla possibilità di "stare insieme" e la assicuro che Fregene è esattamente come il Portogallo, ma se il Portogallo costasse come Fregene perchè la differenza viene pagata dalla Chiesa Cattolica, chi non approfitterebbe? E poi parliamoci chiaro, in un mondo in cui una soluzione facile per tutti i problemi non c'è, è bello nascondersi dietro l'amore infinito di Cristo per qualche giorno e riassaporare, anche solo per un momento, la sensazione che ci dava da bambini lo stare in braccio alla mamma. Sono certa che nessuno di quei ragazzi sia convinto che "la fede può tutto" e segua pedissequamente la dottrina cattolica, perchè esattamente come insinuava Stefania molti di loro non sono più illibati, molti sono omosessuali o semplicemente condannano alcuni atteggiamenti della Chiesa (vedi il maschilismo, il conservatorismo nei confronti di temi come la sessualità o la politica demografica del contollo delle nascite), e allora?
Allora niente: loro sono partiti così come erano e tali sono rimasti con grande sconforto dei media che hanno tentato in tutti i modi di dipingerli come Stefania li ha visti: composti, discreti, civili, sottomessi e pacifici. La verità è un'altra (se la verità esiste e ne sono poco convinta) volevan solo stare un pò insieme a discutere di temi importanti come l'aborto, la pace, il razzismo, esattamente come facciamo Stefania, Massimiliano ed io quando ci incontriamo. Il problema secondo me è un altro: possibile che per discutere ci sia bisogno della GMG? Evidentemente non a tutti basta Castel Sant'Angelo!

Mi auguro di partecipare ad altri dibattiti (i miei compagni già citati ed io ne abbiamo avuto uno molto interessante sulla clonazione umana e sui prodotti transgenici pochi giorni fa): il mio indirizzo e-mail è 0.@luiss.it e se interessa a qualcuno dei nuovi alunni sto scrivendo una tesi di laurea in Filosofia Politica sul Femminismo. Aspetto domande e spunti riflessivi...
A presto
                                                                      Marica

 

segue la risposta del docente Dentoni

Cara Marica, sono contento di sentirti (mi pare che l'ultima volta ci siamo visti ad una manifestazione a difesa della scuola pubblica). Io confondo molto le notizie sugli "ex-" (qualcuno direbbe che li "rimuovo"), ma dallo indirizzo e-mail mi fai "ricordare" che stai studiando alla Luiss. Che avresti fatto una tesi sul femminismo, si poteva presagire, anche senza essere profeti...
Grazie della tua testimonianza (che contribuisce credibilmente a dare un sano senso di normalità a quell'evento) e delle tue riflessioni, che non commento in dettaglio, ma che condivido ampiamente.
Buon lavoro.

f.dentoni

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A notevole distanza di tempo è giunto il commento di un'altra ex-alunna della sezione F, a commento dei testi che precedono (assieme ad una serie di notizie sulle sue interessanti esperienze)

From: "Alice Sordini" <alice.s@flashnet.it>
To: <f.dentoni@flashnet.it>
Subject: LA GMG 2000
Date: Sun, 6 May 2001 13:46:19

... solo adesso leggo quelle mail spedite da ex-alunni riguardanti la Giornata Mondiale dei Giovani 2000. Poi ho letto anche il suo commento. 

Devo dire che la prima cosa che mi è venuta in mente, quando vedevo quei torpedoni recarsi a Piazza S. Pietro e Tor Vergata, è stata "ma chi glielo fa fare!con quel sole! e con quel caldo!". Sinceramente ho pensato che in quel momento non avrei voluto essere nei loro panni. Condivido in pieno quello che lei ha scritto. 

Volevo anche dire, a commento della mail di Marica, che non tutti i ragazzi che erano lì a Tor Vergata bivaccavano e non tutti hanno partecipato alla GMG per "la voglia dello stare insieme", ci sono molti ragazzi che ci sono andati perché cattolici ferventi. A me questi, mio parere personalissimo e discutibile, sembrano solo degli esaltati. Mi veniva da ridere quando in televisione ho visto i giornalisti chiedere ad alcuni ragazzi se rispettavano il principio secondo cui si deve arrivare vergini al matrimonio! Hanno tutti detto che erano illibati! Ma chi ci crede,dico io! Io penso che gli illibati siano una piccola minoranza. Non voglio dilungarmi su questo tema, mi associo alle sue considerazioni.   

A proposito di giovani e fede, qualche tempo fa sono indirettamente venuta a conoscere persone che sono entrate in una comunità neocatecumenale.

Mi viene quasi da dire che queste persone abbiano voluto subire "un lavaggio del cervello"! Forse l'espressione è troppo forte...mah. La cosa mi ha un po' disorientato, perché con quelle persone mi sembra che non si possa più essere sulla stessa lunghezza d'onda: ci schiaffano sempre dentro Dio, Gesù e via dicendo; vedono le cose sotto un'ottica che non condivido; sembrano porsi come una sorta di educatori,come se volesse riportare gli altri sulla retta strada...mah! Mi sembra che forse vogliano emulare i preti (o frati) con cui sono a contatto nelle loro comunità... 

Loro dicono che nel primo comandamento Dio dice all'uomo di non crearsi dei falsi idoli ma a me è parso che loro abbiano un idolo:la comunità e tutto ciò che vi ruota attorno! Forse mi sbaglio ma poi cos'è sta comunità neocatecumenale? mi sembra un po' una setta! Non è nemmeno facile parlare con queste persone, perché se si dice apertamene quello che si pensa, non sarebbe molto delicato....

 

Segue una risposta del docente Dentoni (16.05.2001)

A proposito della GMG, è evidente che molti sono stati presenti perché "cattolici ferventi" e non solo per il piacere di stare insieme (fra l'altro le due cose non si escludono).
Ma il tema che tu sollevi (quello del "fanatismo") è serio, anche se difficile.
Io proverei ad abbozzare questo piccolo "trattatello" in sette punti:

1. Lasciamo perdere, come dici tu, il tema della pratica della sessualità; è un argomento di privacy, che nessuno può controllare. Il buon senso, anche quello cristiano, direbbe che su questo tema si può parlare proponendo l'uso controllato e sereno della sessualità come un valore, ma senza vantarsi personalmente di esserne testimoni, sia per il principio evangelico del "chi è senza peccato scagli la prima pietra", sia per l'elementare popperiano principio che nessuno poi può verificare affermazioni di questo tenore.

2. Per quanto riguarda il "fanatismo", mi sembra chiaro che persino oggi (tempo di integralismi cattolici da non crederci, per chi conosce un po' di storia del nostro secolo) non tutti i cattolici, e nemmeno tutti i cattolici "ferventi" possono essere indicati come "fanatici".

3. Provo anzitutto ad indicare cosa intendiamo con questo termine approssimativo che utilizziamo ("fanatismo": termine che, va tenuto presente, ha sapore dispregiativo, e quindi va usato sempre con cautela, e mai con una persona che tu consideri "fanatica" e dalla quale vorresti farti ascoltare).
Penso anzitutto ad un senso di appartenenza totale eppure superficiale, ostinata ma non convinta, sicurissima ma non profonda. E il segno rivelatore di simile atteggiamento mi sembra la incapacità di ascoltare e capire gli altri, quasi che la propria "fede" si sia interposta fra il proprio cervello e la realtà (un "firewall", direbbe un dottorando in informatica; un "lavaggio del cervello", come dici appropriatamente tu). Invece, io credo che una "fede" autentica (quale che sia) non faccia scudo a protezione della propria personalità (perché in tal modo ne rimane corpo estraneo), ma sia come lo humus vitale delle cellule di tutto l'organismo, e quindi lasci intatte, ed anzi potenzi le vie di comunicazione con la realtà.

4. Quanto in particolare ai neo-catecumenali, mi viene da inquadrarli in questo modo. Semplificando, i "fanatismi" cattolici oggi si presentano in due modalità differenti, che provo a qualificare come "fanatismi freddi" e "fanatismi caldi": quelli "freddi" (integralistici, gerarchici) sono rappresentati da Opus Dei, "Legione di Cristo" e simili; quelli "caldi" (comunitari, pentecostali, carismatici)  sono rappresentati appunto da neo-catecumenali, focolarini, e simili. "Comunione e Liberazione",  mi sembra abbia un po' i caratteri degli uni e degli altri. (Evidentemente, le singole persone non possono essere costrette in "oroscopi" così semplicistici).

5. Di solito si dice che forme di "fanatismo" sono riconducibili a problemi di identità e sicurezza personale. Ma io non sono un esperto di psicanalisi (scienza peraltro che va presa con le pinze, perché anche qui possono nascere fanatismi di altro tipo).
Mi limiterò a dire che secondo me, di fronte a queste forme, proprio per la loro natura, è difficile "cercare di smuovere", "cercare di convincere": ogni critica che viene rivolta a un "fanatico" non fa altro che confermarlo nelle proprie posizioni (come un martello che non può sradicare un chiodo: lo affonda sempre di più).
Qualcuno potrebbe addirittura chiedersi se è legittimo cercare di distogliere il prossimo dalle proprie sicurezze. Ma io penso di sì: non tanto per fare diventare gli altri delle mie idee, ma per potermi fare ascoltare dagli altri, per potere veramente parlare con loro (non con una sorta di essere estraneo che si è impadronito di loro); e per il dispiacere di vedere mortificata, direbbe Kant, la dignità della persona, che sta in un Io profondo, consapevole, libero. 
Però strade corte per questa opera di convincimento non credo che ce ne siano: occorre che la mente di chi cresce venga progressivamente abituata ad esercitarsi in modo consapevole e critico; che venga abituata ad ascoltare e capire le ragioni degli altri, a cogliere la complessità della realtà, della vita e della storia; bisogna crescere con la convinzione che la nostra mente, la nostra libertà, il nostro io è e rimane, nel suo piccolo, il pilota di se stesso (senza mai cedere a nessuno il timone): in una parola, è con la cultura (e nel suo piccolo, con la scuola) che ci si vaccina contro i fanatismi.  Chi ha letto e capito Platone, chi ha ammirato le tragedie greche ed i drammi di Shakeaspeare, chi ha avuto esperienza delle straordinarie vicissitudini storiche attraverso le quali si è costruito il pensiero scientifico, chi ha colto il senso della ricerca artistica nel corso dei secoli, chi ha assistito al faticoso intrecciarsi delle vicende umane ecc. ecc., come potrà mai diventare prigioniero di una sorta di virus che gli occupa e gli ingessa tutte le risorse della sua mente?

6. Che giudizi si sentono in giro sui fanatismi? Mi sembra si possano ricondurre a tre:
a) quelli del tipo che ho svolto io qui
b) quelli, della parte avversa, che accusano le critiche di essere incapaci di capire (perché "solo chi è credente può veramente capire chi ha fede"). Non voglio qui dilungarmi, ma argomenti di questo genere sono trattati, se qualcuno ha la abilità di trovarli, nel secondo documento del progetto "IRC parliamone, non nuoce alla salute", che abbiamo svolto qualche anno fa con una Quinta.
c) quelli, un po' neutrali, che dicono che ciascuno può fare quello che vuole; e che magari, sotto sotto, il fatto di essere un po' fanatici non guasta, se non altro perché statisticamente parlando i neocatecumenali fanno sì un po' più figli della media, ma commettono meno reati, non si drogano e non fanno scippi (oltre ad essere innocui politicamente nei confronti dell'ordine costituito).

7. Molto buona ed azzeccata la tua battuta sugli idoli ("Dio dice all'uomo di non crearsi dei falsi idoli ma a me pare che loro abbiano un'idolo:la comunità e tutto ciò che vi ruota attorno!"). Questo tipo di argomentazioni è forse quello che ha minori possibilità di insuccesso: fare leva su principi profondi ed autentici del cristianesimo, per cercare di scalzare forme di cristianesimo che paiono essere superficiali e deleterie. Se ne potrebbero citare anche altre, a partire dal "grano di frumento che non porta frutto se non muore" e al "rinuncia a te stesso" (e quindi anche al tuo mondo di certezze), fino al discorso sui "falsi profeti" (che chiama in causa la scelta e la responsabilità personale, ineludibile, per decidere se stai seguendo un falso o un vero profeta).

Ho finito qui.
....

francesco dentoni

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