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SUL VOTO DEL DOCENTE DI IRC NELLO SCRUTINIO FINALE
TRASCRIZIONE di alcuni interventi DALLA MAILING-LIST collegata al sito internet
"educazione & scuola" (www.edscuola.com)
Messaggio 1:
un docente (Orazio) chiede informazioni sul voto del docente di religione cattolica nello scrutinio finale
(12.6.98)
Caro Dario
una mia collega insiste che l'insegnante di religione non ha diritto di voto negli scrutini finali, neppure con gli allievi che si avvalgono dell'insegnamento religioso. Quale circolare devo consultare per dirimere la differenza di opinione?
Ciao Orazio
Messaggio 2:
F. Dentoni risponde alla richiesta del messaggio 1
(12.6.98)
SE QUALCUNO NON HA GIA' RISPOSTO, LO FACCIO IO:
Il DPR 202/90 (modifica dell'Intesa Falcucci-Poletti del 1985) (recepito anche, se non sbaglio come art. 32, nella O.M. maggio 1997 per gli scrutini finali) stabilisce che:
"il voto del docente di IRC negli scrutini finali, qualora risulti determinante, diviene giudizio motivato messo a verbale".
"Diviene giudizio a verbale" significa che si scorpora dal numero dei voti espressi.
Sul senso della norma, concordata tra le parti, non vi sono dubbi: la conferenza episcopale emanò in quei giorni un comunicato nel quale invitava i docenti di religione cattolica ad accettare con serenità quella modifica, necessaria "per non logorare ulteriormente una situazione insostenibile".
Per la verità alcune curie vescovili fecero resistenza: il TAR di Lecce diede una sentenza loro favorevole; ma il TAR di Torino, l'anno successivo confermò il senso da me indicato. Inoltre il 25.10.95 il Ministro Lombardi in risposta ad una interrogazione parlamentare (4-11580) riaffermò il senso della normativa ("il voto del docente di IRC... deve trasformarsi in giudizio motivato che non rientra nel conteggio...")
Sulla opportunità e sensatezza di questa norma vorrei fare notare due cose:
a) oggi molti, quando la scoprono, si lamentano che questa norma è poco rispettosa dei docenti di IRC; però per lo più sono gli stessi che quando si tenevano sequestrati a scuola gli studenti che non avevano chiesto l'insegnamento della religione cattolica (prima della sentenza della Corte Costituzionale del 1991) dicevano a chi riteneva ingiusta la normativa: "sarà ingiusta, ma la legge è questa e non si discute!"
b) se volete avere una motivazione razionale di questa norma, provate a porre la questione in questo modo: i docenti di IRC non possono (forse non tutti lo sanno) dare "insufficiente" nella loro materia. Per legge nella loro materia sono tutti promossi. Quindi non sono esperti di promuovere o respingere. E' per questo che il loro voto (per comune accordo tra ministero e conferenza episcopale italiana) non viene ammesso come determinante nel promuovere o respingere.
Tutto questo è solo una parte del problema: possiedo ampia documentazione su questo tema (e annessi), e soprattutto sul modo nel quale viene gestito dalle autorità scolastiche.
Chiudendo voglio fare una piccola richiesta: in cambio di queste informazioni che vi ho trascritto, perché non mi date una voce per un sondaggio volante? Il sondaggio è questo: quanti docenti, nel vostro ambiente, conoscono la normativa appena citata? Io una volta mi sono sbilanciato, dicendo il 20%: sono stato ottimista? o pessimista? E quanti studenti la conoscono? (qui la risposta la so già: non ho bisogno del sondaggio)
Grazie. E vi invito a stare attenti. Sulla laicità della scuola (che è rispetto della democrazia e della costituzione, ed è eliminazione rigorosa di privilegi incostituzionali: anche se i cattolici clericali lo chiamano anticlericalismo) si gioca, secondo me, buona parte del futuro di una scuola libera, pubblica, democratica e critica....
Francesco Dentoni
Messaggio 3:
Una docente (Antonia) risponde al sondaggio sollecitato da F. Dentoni nel messaggio 2
(14.6.98)
Io non la conoscevo, e mi reputo abbastanza attenta a questo genere di problematica: sia relativa alla vita della scuola in genere, sia alla situazione del rapporto chiesa-scuola. Avrei giurato che il docente di religione può votare per gli studenti che seguono la sua materia a parità con tutti gli altri docenti, e spesso ho detto che questo crea una situazione di disparità, perché, di norma, il docente di religione tende a promuovere ed in alcuni casi risulta determinante. Non posso darti dati certi su quello che sanno i miei (circa 50) colleghi, ma se dovessi scommettere non avrei dubbi a dire che non ne sanno assolutamente niente. Credo che nell'immaginare un 20% tu sia stato assolutamente ottimista. Gli studenti credo che non si pongano neanche il problema; faccio ancora fatica a far credere che il voto finale non dipende da un insegnante ma da un consiglio di classe.
Comunque grazie mille per l'informazione.
Antonia
(Bologna?)
Messaggio 4:
L'autore del messaggio 1 risponde al sondaggio sollecitato da F. Dentoni nel messaggio 2
(14.6.98)
Grazie per l'esauriente e dettagliata risposta, ne faro' tesoro il prossimo anno. Quest'anno, infatti, ho gia' finito con gli scrutini e dai quattro ai cinque allievi, solo nelle mie classi, si sono salvati grazie al voto dell'insegnante di religione che ha votato con pieno diritto.
quanti docenti, nel vostro ambiente, conoscono la normativa appena citata?
Pochi, anzi pochissimi. Adesso che ho avuto modo di rifletterci mi sembra di ricordare che molti anni fa, con il vecchio preside adesso universitario, applicavamo le disposizioni cosi' come hai indicato tu.
Cordialmente Orazio
Messaggio 5:
Un docente (Alessandro) chiede ulteriori chiarimenti sul messaggio 2
(15.6.98)
Condivido pienamente ma non capisco: se è determinante, questo giudizio, qualcosa conta, anche se non si conteggia. O no? Classico esempio: 5 sì e 5 no: decide religione (che sia con un voto o con un giudizio)?
Grazie per i chiarimenti
Alessandro
Messaggio 6:
Risposta di F. Dentoni al messaggio 5
(16.6.98)
Caro Alessandro, grazie per avermi letto.
Sono stato evidentemente poco chiaro, perché anche un altro mi ha fatto la stessa richiesta.
Mettiamola così:
se il voto del docente di religione cattolica FOSSE determinante, allora si scorpora, diviene giudizio messo a verbale, e il computo dei voti si fa senza il suo. Se invece il suo voto non è determinante, allora questa operazione non la si fa.
Esempi:.
6 a 4 : studente (poniamo) promosso 6 a 4
6 a 5: se il voto dello studente di IRC sta nei sei, allora si scorpora, e diviene 5 a 5 ; in questo caso prevale la metà nella quale si trova il presidente
5 a 5 : il voto del docente si scorpora, si ha un risultato 5 a 4 (o 4 a 5): e vince ovviamente il 5.
Non mi pare che si possano in buona fede avanzare obiezioni e sottigliezze (ma ne sono state avanzate, naturalmente: ho ampia documentazione).
Buon lavoro
f. dentoni@flashnet.it
Messaggio 7:
Un docente (Ubaldo) risponde al sondaggio sollecitato da F. Dentoni nel messaggio 2
(16.6.98)
L'insegnante di religione della mia scuola media conferisce 'non sufficiente' a diversi allievi e non e' a conoscenza delle normativa da te riportata.
Avevo fatto riferimento alla normativa come da te riportata al CdC, senza conoscere nei dettagli i riferimenti legislativi (GRAZIE) ma sulla base di quanto da me letto su riviste del settore, e mi e' stato detto che il voto non andava scorporato ma conteggiato se positivo. Questa anche l'interpretazione della mia 'Preside, il Dirigente'.
Non so che dire, neppure chi ci dirige conosce bene le regole...
Grazie per il contributo e la dettagliata risposta.
Ubaldo
(Verona)
Messaggio 8:
Un docente (Pietro) cita le sentenze del TAR per dire che la interpretazione è "incerta"
(18.6.98)
Per dirimere la questione del voto dell'Idr io utilizzerei i seguenti riferimenti legislativi, al di là di ogni presa di posizione ideologica:
Dpr 16.12.85 n. 751/ Dpr 23.6.90, n. 202. Intesa Mpi CEI e sua revisione, al punto 2.7 da cui risulta sicuramente che:
1. l'Idr partecipa ad ogni scrutinio delle classi in cui vi siano alunni che hanno scelto di avvalersi dell'Irc
2. l'Idr si esprime su ogni alunno avvalentesi
3. l'Idr è tenuto in alcuni casi a motivare il suo voto nel verbale del consiglio
Più incerto è stabilire cosa voglia dire che il voto dell'Idr, qualora determinante, diviene un giudizio motivato iscritto a verbale. Comunemente è stata adottata una interpretazione restrittiva con il voto non considerato. Recentemente diversi TAR hanno rovesciato l'interpretazione. Cfr Tar Lecce sez. I del 5.1.94 in cui si legge: << il voto dell'insegnante di religione, ove determinante si trasforma in giudizio motivato ma senza perciò perdere il suo carattere decisionale e costitutivo della maggioranza. Dello stesso parere il Tar di Catania, ordinanza n. 2307/95 del 19.9.95 e del Consiglio di giustizia amministrativa della Sicilia con ordinanza n. 130 del 14.2.96
Un saluto a tutti
Pietro
Messaggio 9:
Risposta di F. Dentoni al messaggio 8
(19.6.98)
FRANCESCO DENTONI REPLICA
Sono spiacente di non concordare per nulla.
I TAR non sono riferimenti legislativi. E lo informatissimo Pietro non ha citato il più recente pronunciamento del TAR: Piemonte (sentenza 780 del 16.10.96), che ha dichiarato "non computabile" il voto del docente di religione cattolica ("cattolica", Pietro: "cattolica"! E' imperialismo religioso spacciare la religione cattolica per "la religione"! In questo modo si getta discredito su tutto l'ecumenismo e il terzomondismo della chiesa cattolica! E poi sa di statuto albertino e di concordato fascista. [E in un ufficio pubblico è falso in atto d'ufficio]).
Per quanto riguarda la lettura del DPR 202/90 (voto del docente di IRC):
a) ho già illustrato nel mio precedente intervento la interpretazione data dal Ministro della Pubblica Istruzione (interrogazione 4-11580): questo è un riferimento normativo (non è legislativo, ma vale più di un TAR: un TAR decide per un caso singolo)
b) I docenti dovrebbero smetterla di delegare agli altri la lettura e la interpretazione delle norme (persino di quelle che essi stessi devono usare): come fossero delle sacre scritture tenute in lingua straniera da una sorta di clero geloso. Quindi invito tutti a leggere con chiarezza l'articolo del DPR 202/90 che Pietro ha citato, e a non lasciarsi prendere in giro da nessuno con interpretazioni fantasiose. Leggete e capirete. Quando si cominciano a tirare fuori cavilli, sospettate: avrete quasi sempre ragione. Vi ricordate quanti cavilli si tirarono fuori (per sette anni interi!) allo scopo di tenere a scuola gli studenti non avvalentisi dell'IRC? Ci consideravano un gruppo di rissosi, perché pretendevamo che la "libertà di scelta" volesse dire "libertà di scelta" [la stessa storia oggi del "senza oneri per lo stato"]. Poi la Corte Costituzionale disse che "libertà di scelta" voleva dire "libertà di scelta". E di tutti quei signori che, evidentemente, non sapevano leggere la Costituzione, si dimise solo il presidente della CEI cardinale Poletti (il giorno successivo alla sentenza del gennaio 1991 [la seconda: perché non dimenticate che di sentenze ce ne vollero due: la prima riuscirono a non capirla]): fu il più onesto di tutti (ma disse che era per limiti di età...).
c) Il mio contributo in questo caso, poiché ho già citato gli aspetti giuridici, si limita ad un aspetto morale. Premetto che nel 1985 la Intesa Poletti-Falcucci (DPR 751/85) si limitava a dire che i docenti di IRC facevano parte dei consigli di classe con gli stessi diritti e doveri degli altri docenti, ma si esprimevano solo sugli studenti avvalentisi. Per cui dal 1985 al 1990 votarono come tutti gli altri docenti. Invece nel 1990 si fece una apposita MODIFICA all'Intesa del 1985: e in questa modifica si pattuì che "se il voto del docente di IRC è determinante diviene giudizio motivato a verbale". Chiedo a Pietro: che modifica solenne hanno concordato, se non cambia nulla? E' solo per dire che il docente di religione cattolica, oltre a votare deve mettere a verbale la sua motivazione? Perché? Perché il suo vescovo controlli come vota? Ma allora, perché solo quando è determinante?
Ma IL SENSO DI QUELLA MODIFICA CE LO SPIEGA LA STESSA CONFERENZA EPISCOPALE ITALIANA, che il giorno dopo la firma della modifica pubblicò una dichiarazione, che qui trascrivo:
"Dichiarazione emessa dalla presidenza della conferenza episcopale italiana dopo la firma delle modifiche all'intesa:
(omissis)[sull'IRC nella scuola materna]
Più complesso e difficile è stato l'accordo sulla RICHIESTA DEL GOVERNO relativa al problema della partecipazione dei docenti di religione [cattolica] alla valutazione finale del Consiglio di classe. Gli insegnanti di religione [cattolica] fanno parte infatti della componente docenti negli organi scolastici. Di conseguenza partecipano alle valutazioni periodiche e finali per gli alunni che si sono avvalsi dell'insegnamento della religione cattolica. E' questo un compito peculiare e specifico che la legge riserva ai docenti e che essi esercitano collegialmente nel Consiglio di classe.
Tale normativa, richiamata nel numero 27 dell'intesa, è stata sostanzialmente confermata anche nel presente accordo. Essa mantiene pertanto tutto il suo valore giuridico ed educativo, a salvaguardia della dignità professionale dei docenti di religione [cattolica] e in sintonia con la natura e le finalità scolastiche della disciplina, definite nell'accordo concordatario. [lettura breve e senza fronzoli: abbiamo fatto una modifica: non consideratela una rivoluzione].
LA SPECIFICAZIONE AGGIUNTA, CHE CONFIGURA, NEI CASI PREVISTI DALLA NORMATIVA STATALE VIGENTE, UNA DIVERSA POSIZIONE DEL DOCENTE DI RELIGIONE [cattolica] RISPETTO AGLI ALTRI DOCENTI, RAPPRESENTA IL PUNTO DI ACCORDO POSSIBILE NELL'ATTUALE MOMENTO, TENUTO CONTO DEL QUADRO GENERALE ENTRO CUI IL PROBLEMA SI COLLOCA E DELLE CONSEGUENZE, BEN PIU' GRAVI, CHE UN PROLUNGATO LOGORAMENTO DELLA SITUAZIONE AVREBBE POTUTO COMPORTARE PER L'INSEGNAMENTO DELLA RELIGIONE CATTOLICA NELLA SCUOLA E QUINDI PER GLI STESSI INSEGNANTI. [lettura breve: su questo punto abbiamo dovuto cedere perché altrimenti si creava una situazione insostenibile]
Confidiamo che i docenti di religione [cattolica] sappiano valutare con serenità e fiducia la soluzione concordata...."
(il testo completo lo troverete in "Scuola e didattica", n.1 [1.9.1990] pag. 111)
Prendendo spunto da questo documento, che considero, al di là del linguaggio un po' diplomatico, onesto e sincero, e che è della stessa mano che ha firmato la modifica all'Intesa (l'altra mano è quella del ministro), io voglio esprimere anche qui (lo ho fatto in varie altre pubbliche sedi) la mia indignazione per il comportamento che ritengo deplorevole dal punto di vista morale (della morale cristiana, intendo dire), dei responsabili della conferenza episcopale italiana: le stesse autorità ecclesiastiche che nel 1990 hanno chiaramente sottoscritto un patto, otto anni dopo cercano di modificarne il senso, non in una leale trattativa, bensì cercando di ottenere con mezzucci da azzeccagarbugli quello a cui in piena coscienza (e con responsabilità) avevano rinunciato.
E' una bella lezione, per chi sa imparare. Prendi un gatto, e poi ti cresce una tigre.
Secondo voi, se si fa la "scuola paritaria", come andrà a finire?
Tutto questo per amore di logica; senza "prese di posizione ideologica", per carità!
Buon lavoro a tutti
Francesco Dentoni
f.dentoni@flashnet.it
Messaggio 10:
Una docente (Alfreda) risponde al sondaggio sollecitato da F. Dentoni nel messaggio 2
(18.6.98)
Caro Francesco,
credo che il tuo sondaggio su quanti docenti conoscano la normativa (non si puo' dare insufficiente in religione..) penso che tu abbia esagerato con il 20%. Nella mia scuola nessuno ne era a conoscenza, siamo circa 50!!!! Ma la cosa buffa, sarebbe fare un sondaggio tra gli stessi docenti di religione, non credo affatto che siano tutti informati!! Per il resto concordo con quello che hai detto, aggiungerei anche una nota
per avvalorare ancora di piu' il fatto che non debbano votare:
- Visto che, chi non si avvale, puo' effettuare altre scelte del tipo:
1 - uscire da scuola, se l'ora di religione e' posta in prima o ultima ora
2 - avere una alternativa alla religione
3 - avere la presenza di un insegnante che segue l'alunno in attività personali
non vedo come sarebbe possibile, in sede di valutazione, che ciascun alunno abbia lo stesso numero di insegnanti che esprimono il loro giudizio... Sbaglio?
Cordiali saluti
Alfreda
Messaggio 11:
Un docente (Giancarlo) risponde al sondaggio sollecitato da F. Dentoni nel messaggio 2
(19.6.98)
Caro Francesco,
in merito alla tua richiesta di conoscere quanti docenti sono informati in merito alla normativa sul voto dell'IRC in sede di scrutinio finale, posso dirti che nella mia scuola nessuno è a conoscenza della suddetta normativa.
Pertanto in sede di scrutinio, l'insegnante di religione ha votato come se ne avesse pieno diritto concorrendo alla promozione o alla bocciatura di diversi studenti.
In questi giorni ho sentito anche il preside della scuola Media Barsanti di Pietrasanta LUCCA e anche lui non era a conoscenza della normativa. Per aggiornarlo gli ho passato una copia del tuo messaggio. Mi ha promesso che avrebbe controllato la normativa e nei prossimi giorni mi farà sapere cosa ne pensa.
Ciao a presto, Giancarlo
(Lucca)
Messaggio 12:
Una docente (Natalia) risponde al sondaggio sollecitato da F. Dentoni nel messaggio 2
(21.6.98)
Confermo, i miei colleghi di religione votano, e sono rimasti malissimo quando ho sollevato la questione! Comunque li ho invitati in collegio, con le copie delle e-mail alla mano, ad approfondire insieme i riferimenti legislativi che hanno fornito gli informatissimi listaioli.
A proposito di sondaggi, io sono una di quelle che resto: sono precettata, contro la mia volontà, per gli esami di maturità. A proposito. E' possibile che gli insegnanti siano l'unica categoria che non può determinare nemmeno uno dei suoi giorni di ferie ?
Natalia
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