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Esposto alla autorità che vigila sulla pubblicità ingannevole, in merito alla campagna pubblicitaria 1998 della CEI sullo "otto per mille"


Alla Autorità Garante
della Concorrenza e del Mercato
Via Liguria 26
00187 ROMA RM
 
 

Oggetto: Segnalazione di pubblicità ingannevole (La Conferenza Episcopale Italiana per la destinazione dell'otto per mille)
 
 

Io sottoscritto, Francesco Dentoni

cittadino italiano, intendo segnalare, ai sensi e per gli effetti del D.Lgs. 74/92, quanto segue:

1. La Conferenza Episcopale Italiana nella primavera-estate 1998 ha lanciato una intensa campagna pubblicitaria, sui canali televisivi e radiofonici, sia pubblici che privati, che è ancora in corso, e che può essere così delineata:

a) scopo finale: invitare gli spettatori/ascoltatori a firmare sulla dichiarazione dei redditi la destinazione dell'otto per mille in favore della chiesa cattolica

b) strumento per raggiungere lo scopo: far credere che l'otto per mille, se destinato alla chiesa cattolica, sarà utilizzato (ed arriverà senz'altro [considerata la credibilità e la specchiata onestà della istituzione che gestirà le somme]) in favore dei bambini del terzo mondo, o comunque dei più deboli, ed anche del patrimonio artistico che deve essere salvato.

2. Voglio in particolare commentare uno dei tre spot che, sul tema in questione, è stato trasmesso con particolare frequenza rispetto ad altri due: e precisamente quello che riguarda gli aiuti al terzo mondo.

Due uomini, anziani, ormai arrivati nel viaggio della vita, camminano in un porticciolo tipicamente italiano

primo anziano: "volevo costruire la casa delle bambole per la mia nipotina..."

secondo anziano: "e io invece volevo costruire per tutti i bambini del terzo mondo mense, asili, ospedali..."

primo anziano: "e magari volevi fare tutto da solo!"

secondo anziano: "No!! Insieme a tutti quelli che destineranno l'otto per mille alla chiesa cattolica"

primo anziano: "allora.... ci sto!!"

Voce fuori campo:" SE VUOI AIUTARE IL TERZO MONDO, firma nella dichiarazione dei redditi la destinazione dell'otto per mille alla chiesa cattolica, E IL TUO AIUTO ARRIVERA' A CHI HA BISOGNO DI AIUTO"

(lo slogan analogo, nello spot che ha per protagoniste alcune signore di buona società sedute a pranzo, suona: SE VUOI AIUTARE I PIU' DEBOLI, FIRMA... E IL TUO AIUTO ARRIVERA' A CHI HA BISOGNO DI AIUTO)

3. Tale pubblicità si presenta, a mio parere come ingannevole, in base alle considerazioni che seguono:

Premesse

4. in base alla legge 222/85 è stato istituito il sistema dello "otto per mille", secondo cui i contribuenti possono decidere se destinare l'otto per mille alla chiesa cattolica, allo stato, o ad altre organizzazioni religiose (che si sono via via aggiunte sulla base delle intese stipulate con lo stato)

5. la legge prevede che l'otto per mille alla chiesa cattolica sarebbe stato utilizzato a tre scopi: a) esigenze di culto dei fedeli b) attività caritative c) sostentamento del clero; e che la conferenza episcopale italiana avrebbe dovuto presentare un rendiconto annuale al Ministro dell'Interno sulla utilizzazione dei fondi erogati

6. sulla base dei dati stessi offerti dalla Conferenza Episcopale Italiana (peraltro nemmeno soggetti a verifica) risulta che negli anni passati l'utilizzo che la chiesa cattolica italiana ha fatto dei proventi derivanti dall'otto per mille è stato il seguente:

sostentamento del clero: dal 69% nel 1990 al 48% nel 1995

culto (=costruzione chiese e simili ): dal 18% nel 1990 al 31% nel 1996

attività caritative: dal 13% nel 1990 al 21% nel 1995 (oltre la metà nel terzo mondo)

7. a dati più recenti non è stato possibile a me, utente medio, accedere, in quanto il sito internet "www.chiesacattolica.it/sovvenire/ripfondi.htm" (che nei mesi scorsi pubblicava tutte le statistiche sulla ripartizione dei fondi provenienti dall'otto per mille) è ora inspiegabilmente sospeso con il risibile pretesto che "i dati sono in corso di aggiornamento" [come se per aggiornare dei dati di una pagina internet fosse necessario ritirare e rimaneggiare quelli già pubblicati]
 
 

Considerazioni

8. l'intera campagna pubblicitaria (e comunque gli spot indiscutibilmente più diffusi) tace completamente sulla destinazione assolutamente principale dell'otto per mille, e cioè il mantenimento del clero (nonché la costruzione di chiese); ed anzi esclude tassativamente altri utilizzi: "se vuoi aiutare il terzo mondo, firma.... e [automaticamente] il tuo aiuto [articolo determinativo: l'intero tuo aiuto] arriverà a chi ha bisogno di aiuto". Pertanto questa campagna pubblicitaria vuole erroneamente accreditare l'otto per mille destinato alla chiesa cattolica come rivolto ad attività umanitarie, che sono invece, nella realtà, di puro contorno. Anche la dizione che è stata utilizzata (pare più recentemente) in alcuni spot abbreviati (o modificati? o astutamente cautelativi?), e cioè: "otto per mille alla chiesa cattolica: il tuo aiuto a chi ha bisogno di aiuto" non modifica di molto (anche alla luce del punto che segue) l'assetto complessivo della campagna pubblicitaria in questione

9. in nessun modo si può considerare il sostentamento del clero come inglobato nel generico "aiuto a chi ha bisogno di aiuto": infatti istituzionalmente (L.222/85) le voci "sostentamento del clero" e "opere caritative ed umanitarie" sono distinte. E poi , il clero italiano, con cultura medio-alta, status sociale medio, in nessun modo può essere considerato "categoria bisognosa di aiuto". Ma anche se lo fosse, qui non ci troveremmo in situazione diversa da coloro che, in condizione economica precaria, vanno in giro a questuare in favore degli orfanelli, ma poi tengono per sé tutti o quasi tutti (lo 80%!!) i proventi

10. il confronto con la campagna pubblicitaria dello scorso anno è assai istruttiva in proposito: lo slogan dell'anno precedente "il tuo aiuto alla tua chiesa" lasciava intendere (almeno ai più attenti) la vera natura dell'otto per mille: infatti si diceva, sia pure di sfuggita e in modo non del tutto chiaro, che "se le offerte per il sostentamento sono molte, ci sarà più spazio per gli interventi caritativi e assistenziali"; e comunque risultava chiaro il destinatario dei fondi: la chiesa cattolica. Nella campagna pubblicitaria di quest'anno, invece, la chiesa cattolica figura, palesemente, solo come il tramite (ed il tramite più affidabile!!) per aiuti dati a scopi umanitari

11. il tacere sull'utilizzo dei fondi dell'otto per mille per il sostentamento del clero risulta omissione particolarmente grave, in quanto tende ad occultare due aspetti inquietanti connessi a tale utilizzazione

a) il clero della chiesa cattolica, che per diritto canonico esercita ogni potere di autorità all'interno della organizzazione "chiesa cattolica", è reclutato sulla base di criteri gravemente anticostituzionali quali sono la differenza uomo-donna; è noto infatti che nella chiesa cattolica solo i maschi possono avere responsabilità di gestione ed autorità. Ora, se lo stato riconosce (con dubbia legittimità costituzionale) il diritto di ricevere pubblico denaro ad una associazione che è impostata su principi anticostituzionali, appare ingannevole il cercare di occultare tali fini di dubbia costituzionalità (e cioè il mantenimento di una classe dirigente maschile) dietro il paravento della assistenza ai bambini del terzo mondo

b) che l'attuale organizzazione dei fondi per il sostentamento del clero, avendo accentrato tutte le risorse a livello nazionale e diocesano nelle mani dei vescovi, ha posto il clero in condizione di forte dipendenza economica dalla conferenza episcopale italiana (innovando sulla precedente normativa che attribuiva ad esempio direttamente ai parroci il contributo statale per il sostentamento del clero); con serio pericolo di violazione dei diritti (alla libertà ed alla dignità) della persona umana. Ed anche sotto questo aspetto, particolarmente ingannevole risulta l'occultamento di un meccanismo assai poco democratico, del quale si può ragionevolmente dubitare che sia rispettoso dei valori (costituzionali, oltre che, in teoria, cristiani) della dignità e della libertà della persona umana (e cioè dei membri del clero della chiesa cattolica italiana, che sono cittadini italiani, e avrebbero in teoria diritto alle garanzie proprie di chiunque presta un lavoro chiaramente subordinato come è quello del clero)

12. il tacere sull'utilizzo dei fondi dell'otto per mille per la costruzione di chiese risulta omissione particolarmente significativa e deplorevole, di fronte al sentimento, presente anche fra molti cattolici, secondo cui il costruire nuove chiese mentre immigranti e non immigranti vivono in situazione abitativa precaria costituisce scelta di immagine e di prestigio, piuttosto estranea al comandamento cristiano

13. anche le attività umanitarie promosse dalla chiesa cattolica con i fondi dell'otto per mille potrebbero qualificarsi non del tutto come attività caritative, bensì come attività promozionali della chiesa cattolica stessa, in considerazione della natura, delle modalità e dei requisiti per accedere a tali finanziamenti (si veda in proposito la pagina internet "www.chiesacattolica.it./sovvenire/infogen.htm" e "~guida.htm"): le due finalità ivi enunciate sono di natura religiosa e non umanitaria, i richiedenti sono quasi esclusivamente (e comunque prioritariamente) enti cattolici, e comunque occorre il nulla osta della conferenza episcopale locale (sarebbe come se la Fiat promuovesse un progetto per i bambini del Burundi, ma fosse necessario il nulla osta della filiale Fiat del Burundi: e questo è di dubbio gusto, perché gli aiuti umanitari soggetti a controllo religioso rischiano di non essere più umanitari: sono religiosi)

14. la pubblicità in questione costituisce anche sleale concorrenza con le altre istituzioni religiose che tramite un'intesa con lo stato accedono all'otto per mille: in quanto queste, diversamente da quanto ha fatto la chiesa cattolica, si sono impegnate ad utilizzare i fondi unicamente per attività caritative ed umanitarie, con esclusione del finanziamento delle proprie attività religiose. Ora, con la pubblicità qui contestata la chiesa cattolica si appropria surrettiziamente, secondo una tecnica pubblicitaria ben nota, delle caratteristiche di un prodotto che sono tipiche della concorrenza, sfruttando il "rumore di fondo" che risuona attorno al prodotto stesso.

15. particolarmente odioso è il fatto che nello spot si faccia leva sulla credibilità e sulla onestà, al di sopra di ogni possibile ombra di sospetto, che la chiesa cattolica italiana pensa di poter sfruttare: di fronte a questo messaggio i destinatari si trovano in posizione particolarmente indifesa, analoga a quella dei bambini di fronte al messaggio pubblicitario sui giochi. Infatti è ben noto che la chiesa cattolica gode di enorme accesso ai media, ha propri spazi radiotelevisivi, sempre in crescita: e quindi quando si presenta in uno spot pubblicitario non può essere considerata, dall'utenza, come un qualunque operatore commerciale, bensì al livello, quanto meno, della "pubblicità progresso" della presidenza del consiglio dei ministri. Ora, che di tale situazione di privilegio si approfitti per propinare informazioni erronee, questo è ben più grave di una ordinaria pubblicità commerciale, esagerata fino al punto di essere ingannevole. Infatti contro la pubblicità commerciale, l'utente è già un po' sospettoso; verso la pubblicità che proviene dalla chiesa cattolica, l'utente non è, oggi, sospettoso.

16. ogni attività della Repubblica Italiana, ivi incluso quindi il ruolo della Autorità Garante della Concorrenza e del Commercio, è finalizzato in ultima istanza alla difesa dei valori costituzionali, ed alla luce di quei supremi valori deve essere svolta. Ora, la campagna pubblicitaria in oggetto non è un episodio isolato, ma si inserisce in sempre più sfacciata strategia di assalto complessivo (coperto dal clamore del "Giubileo") della chiesa cattolica allo assetto costituzionale (laico e pluralista) della Repubblica Italiana: richiesta di finanziamento delle scuole cattoliche (contro l'art. 33 della Costituzione), pretesa di imporre ai cittadini eletti negli organi costituzionali come si devono in essi comportare (che forse è reato previsto e punito dal c.p. 289), usurpazione del diritto di giudicare dall'alto le leggi dello stato (salvo poi accettarne senza discutere i cospicui finanziamenti)... giù giù fino a pretendere di insegnare a tutti gli italiani (non solo ai cattolici) come devono passare la domenica, in che modo devono esercitare la loro sessualità, .. e fino a come deve essere la circolazione automobilistica sul Lungotevere. E tutto questo, senza che la chiesa cattolica abbia ancora spiegato perché ha sostenuto il regime fascista (lasciamo perdere il sostegno a regimi fascisti esteri fino ad anni recenti, ed al regime DC), che è una pagina di storia che la nostra Costituzione ha indiscutibilmente condannato.
 
 

Conclusione

17 Per tutti questi motivi chiedo che la Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato valuti se la campagna pubblicitaria in oggetto rivesta il carattere di pubblicità ingannevole come definita dalle leggi vigenti, e prenda i conseguenti provvedimenti.

Con stima

  Roma li 13.7.1998

Francesco Dentoni


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