Progetto di riflessione
e di ricerca sull'Insegnamento della Religione Cattolica nella Scuola Pubblica
della Classe 5F del Liceo
Scientifico Statale M. Malpighi di Roma 1996/97
Chiunque può intervenire
con osservazioni
e contributi che saranno inglobati nelle edizioni successive
Indice
generale | Composizione
Classe 5F | Comitato
promotore | Raccomandazione
generale
"Mille battute" di Bianca Bruni, genitore
"Mille battute" di Gianluca De Filippo
"Mille battute" di Gabriele De Luca
"Mille battute" di Francesco Dentoni
"Mille battute" di Massimiliano Melone
"Mille battute" di Marianna Santoliquido
"Mille battute" di Gabriele Tolu
RIFLESSIONE SULL'IRC.
Premesso che la libertà
di avvalersi dell'insegnamento della religione cattolica nella scuola non
é in discussione, mi chiedo come mai in una classe di sedici studenti,
presumo cattolici, al quarto anno si sia arrivati ad un numero di sei allievi
frequentanti l'ora di religione cattolica. Considerato che al primo anno,
uno su ventisette non si avvaleva dell'IRC, mi viene da riflettere sulle
motivazioni che possano aver contribuito all'attuale situazione.
Certo la collocazione nell'orario
(ultima ora del Sabato), avrà pesantemente influenzato le scelte
di alcuni allievi. Anche se ritengo comprensibile il desiderio in un allievo,
al quale viene data l'opportunità, di recuperare uno spazio di tempo,
seppur piccolo, per interessi più ludici e distensivi "staccando
prima la spina" da una settimana di intenso lavoro. Ma allora quali motivazioni
inducono un giovane a scegliere? Quando un giovane decide, non si
pone certo troppi problemi, del resto la legge stessa glielo consente.
E il ruolo del genitore? Viene
escluso da una scelta che può contribuire alla formazione morale
del figlio, tanto che la firma valida ai fini della scelta é quella
del giovane. A proposito di questo proporrei di cambiare il titolo del
convegno in "La prima firma della vita".
Ma allora, il giovane diventa
maggiorenne due volte, la prima quando firma la scelta di avvalersi o meno
dell'IRC e la seconda a diciotto anni? Valori, comportamenti e principi
morali cristiani che il giovane può apprendere o approfondire nell'ora
di religione possono essere molto formativi per le scelte future di vita,
tanto più il gruppo é completo maggiore sarà il valore
del dibattito.
[torna all'inizio del documento]
INSEGNAMENTO DELLA RELIGIONE
CATTOLICA (IRC): riflessione di uno studente
Roma, 30-V-1996
Per quanto mi riguarda non
pensavo che l'avvalersi o l'astenersi dall'insegnamento della religione
cattolica nella scuola potesse essere argomento di dibattito nell'ultimo
consiglio di classe del IV° F, e che portasse a mettere in dubbio la
libera scelta di uno studente liceale riguardo la propria crescita morale.
Sono stato molto preoccupato da questo e ho sentito nell'atmosfera
generale una sorta di sfiducia nei riguardi degli alunni; alcuni, tra professori
e genitori, pensano addirittura che questo massiccio astenersi dall'ora
di religione, sia il risultato di una strumentalizzazione apportata da
una qualche figura estranea che ci ha invitato a privarci di "un'ora di
dialogo, dibattito e confronto [in cui siamo] guidati nella riflessione
da un docente e quindi aiutati a maturare positivamente". Cosa vuol dire
questo? Forse che all'infuori dell'ora di IRC, non ci si offrono situazioni
di maturazione morale? La vita stessa è un luogo di crescita interiore,
così come lo è la stessa famiglia, e non penso che nella
nostra classe ci siano dei problemi ragazzo-famiglia. Quindi non si può
dire ad uno studente di perdere un qualcosa che non può più
trovare. I nove ragazzi che non si sono avvalsi dell'IRC, hanno avuto ognuno
le proprie motivazioni, che non è obbligato a dare. Alcuni non hanno
ottenuto ciò che si aspettavano e il secondo anno hanno deciso di
astenersi dal frequentare le lezioni della prof. Russo consapevoli del
tipo di insegnamento [quindi non inconsapevolmente e senza validi motivi].
Non vale, inoltre, l'accusa
mossa contro noi studenti sul fatto che, essendo stata posto l'IRC alla
quinta ora del sabato, questo abbia giocato in favore di un'astensione
da tale ora, perchè il modulo per usufruire dell'IRC è stato
compilato alla fine dell'anno scolastico 1994-95, senza poter sapere l'orario
dell'anno corrente.
INTRODUZIONE ALLA RIFLESSIONE SULL’IRC:
Avvalersi o non
avvalersi dell’IRC (Insegnamento del Religione Cattolica) nella scuola?
Il problema è effettuare una scelta, chiaramente libera, e quindi
cosciente e non superficiale. La questione è emersa nell’ultimo
consiglio di classe della IV F, tenuto il 9 Maggio, come riflessione sul
notevole calo di “adesione all’ora di religione”, rispetto all’anno precedente
(da 16 a 6 alunni). La riflessione può non limitarsi alla nostra
sola classe, poiché il “fenomeno” sembra essere comune a più
classi (anche se non con questa entità) e scuole. Non si intendeva
e non si intende fare un processo alla scelta, ma cercare di capire il
valore che ha, per essere consapevoli della propria decisione.
Infatti, scelta
libera, significa che nessuno deve essere vincolato e volendo che non debba
dare spiegazioni del suo agire, purché questo non sia un modo per
nascondersi ed evitare di riflettere sul significato vero.
Io personalmente,
vedo l’ora di religione come un’ora di dialogo, dibattito e confronto su
temi prevalentemente morali, guidati nella riflessione da un docente e
quindi aiutati a maturare positivamente. Nell’ora di religione, quindi,
non si trattano solo temi della religione cattolica, come può essere
il catechismo; per fare questo però, più si è, più
la cosa ha senso e valore.
Studente che si avvale dell’IRC Gabriele De Luca
[torna all'inizio del documento]
INTRODUZIONE ALLA RIFLESSIONE SULL’IRC:
Dal 1985 l'insegnamento
della religione cattolica non è più obbligatorio: il sistema
è stato rivoluzionato.
Nella pratica, però,
all'interno della scuola molti hanno delle fortissime riserve mentali verso
questa nuova responsabilità riconosciuta allo studente: ed hanno
messo in campo risorse incredibili perché tutto restasse nell'ombra,
e gli studenti per inerzia continuassero a "scegliere" come "normale" l'insegnamento
"della religione", con il "permesso" della "esenzione" per chi proprio
non la vuole. Questo c'è anche nel Malpighi, ed è documentabile.
Ora, cercare di conseguire
di nascosto, alle spalle degli studenti, obiettivi non dichiarati, anche
se si crede di farlo per il loro bene, non è permesso: bisogna discuterne
e parlarne apertamente.
L'importante non è
che lo studente scelga sì o no: l'importante è che lo studente
operi una vera scelta, consapevole e libera. Se in una scuola pubblica
e democratica questo non è condiviso, bisogna riflettere.
Francesco Dentoni
[torna all'inizio del documento]
INTRODUZIONE ALLA RIFLESSIONE
SULL’IRC:
Secondo molti l’insegnamento
della religione cattolica é sentito come un processo indispensabile
alla formazione del regazzo da un punto di vista morale ma soprattutto
cattolico. 1) Sono restio ad ammettere che la scuola, di oggi, possa realmente
impegnarsi con lo studente e col genitore nel difficile compito formativo
(che non é solo arido nozionismo), ne tanto meno in quello morale.
2) Tra l’altro non é detto che morale sia sinonimo di cattolico.
É anche vero che
secondo altri nel nostro paese, che si avvia ad essere multiraziale, é
uno scandalo parlare ancora di I.R.C., quello che vogliono é l’insegnamento
delle religioni tutte per un confronto (o ferse uno scontro ?) con quella
propria. Il problema é che ognuno tende a considerare la religione
che professa come quella “dominante” sulle altre, quindi un’ora impostata
sulla cultura religiosa avrebbe senso per chi ancora non ha scelto e che
liberamente pensa che sia giunto il momento di prendere una posizione o
di non prenderne. Negli altri casi non ha tanto valore dibattere su quale
religione é in possesso della “verità suprema” o su quale
religione affronta la vita nel modo più morale, perché in
ambito scolastico sarebbe sempre l’altra a “perdere”.
Melone Massimiliano
[torna all'inizio del documento]
INTRODUZIONE ALLA RIFLESSIONE
SULL’IRC:
Io ritengo che prima di
tutto avvalersi o no dell'insegnamento della religione cattolica (i.r.c.)
debba essere una scelta libera e responsabile, senza pressioni da parte
della famiglia o della scuola in nessuno dei due sensi. E' importante che
sia soprattutto una scelta responsabile e cosciente perchè nessuno
possa accusare noi studenti di agire per l'utile e non per il giusto. Sono
convinta che un ideale si possa e si debba difendere solamente se fondato
sull'onestà e la consapevolezza, infatti con quale coraggio potremmo
noi lottare per qualcosa in cui in realtà non crediamo, quale grande
incoerenza sarebbe verso noi stessi e verso la società?!
La mia posizione si contrappone
a quella di chi vorrebbe togliere agli studenti minorenni o addirittura
agli studenti in generale il diritto di scelta, a chi vorrebbe toglierci
la libertà di decidere per qualcosa che riguarda solo noi. Io in
questo battersi a favore dell'i.r.c. vedo una certa arretratezza sia mentale
che culturale in quanto il non avvalersi dell'i.r.c. non preclude, come
invece molti affermano, nessuna possibilità di maturazione e di
crescita da parte dello studente che può attingere a molte altre
fonti per la sua educazione religiosa.
Inoltre gli insegnamenti
e i valori morali, non si deve pensare che siano un'esclusiva dll'i.r.c,
infatti sono convinta che essi si possano trarre soprattutto dall'esperienza
di vita di ciascuno di noi. Inoltre ritengo che in un paese come l'Italia,
che si può definire a questo punto multirazziale, mantenere l'i.r.c
sia una scelta selettiva e con ben pochi slanci di modernità.
Penso che sarebbe molto
più appropriato un insegnamento della religione. Un' ora che non
escluda la religione cattolica, ma che la inglobi in un programma più
ampio, in cui sia compreso lo studio delle diverse religioni, in modo non
solo di dare la possibilità a persone con altre credenze di usufruire
di questo servizio, ma di ampliare le prospettive culturali-religiose di
noi studenti aprendoci una visione mondiale della religione.
Marianna Santoliquido
[torna all'inizio del documento]
INTRODUZIONE ALLA RIFLESSIONE
SULL’IRC:
Ritengo necessario che l'organizzazione
di questo convegno sia utile non solo per gli studenti del IV F ma per
tutti gli studenti del Malpighi e per tutti gli studenti che sentono la
scelta di avvalersi dell'I.R.C. come una scelta non priva di problematiche.
Troppo spesso si pensa che
gli studenti non si avvalgono dell'I.R.C. per guadagnare tempo o perché
non interessati ai valori che l'insegnamento della religione può
darci.
Il non avvalersi dell'I.R.C.
non significa disinteressarsi della religione!
Spesso però l'ora di
religione non si rivela all'altezza delle nostre aspettative in quanto
per colpa degli stessi studenti si presenta come un'ora di chiacchiere
su problemi personali.
Ritengo la religione molto
importante e quindi penso che sia qualcosa che è inutile insegnare
a scuola poiché non si possono insegnare dei valori morali tra le
risate così come al tempo stesso non si può parlare dei problemi
personali con chiunque.
La scelta va dunque presa
in sintonia con i propri interessi, i propri valori e soprattutto con il
proprio carattere in modo tale da essere convinti della scelta e non aver
paura di ciò che gli altri dicono riguardo alle nostre scelte.
Tolu Gabriele
[torna all'inizio del documento]
|
|